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La qualità dell'oro in gioielleria: purezza, standard e controlli

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di Redazione

29/10/2025

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L'oro è un simbolo di bellezza, ricchezza e amore. Fin dall'antichità, il suo splendore ha affascinato artisti e innamorati e questo metallo si è trasformato in monete, in corone e, soprattutto, in gioielli che segnano i momenti più importanti della vita. Ma quando si ammira un anello o un bracciale, si è davvero consapevoli di cosa ne determina la qualità? Dietro la lucentezza di ogni oggetto in oro c'è un mondo fatto di purezza, di leghe metalliche, di standard ben precisi e di controlli rigorosi. È fondamentale comprendere tutti questi meccanismi, per apprezzare il valore, la storia e l'arte racchiusi in ogni singolo gioiello. Come riconoscere, quindi, un prodotto autentico e prezioso?

La purezza: carati e titoli

Il punto di partenza per definire la qualità dell'oro è la sua purezza. In natura, l'oro puro, noto come oro a 24 carati, è un metallo incredibilmente malleabile e duttile, dal colore giallo intenso e quasi morbido al tatto. Se da un lato questa sua caratteristica lo rende facile da lavorare, dall'altro non lo rende adatto a resistere all'usura quotidiana di un accessorio prezioso. Per questo, l'oro destinato alla gioielleria viene quasi sempre legato ad altri metalli, come argento, rame, palladio o zinco, che ne aumentano la durezza e la resistenza. Ma prima di poter essere legato, l'oro grezzo estratto dalle miniere deve raggiungere il massimo grado di purezza. Questo processo avviene in stabilimenti specializzati, attraverso complessi impianti per affinazione di metalli preziosi, che tramite processi chimici ed elettrolitici eliminano le impurità e portano l'oro a una finezza molto elevata. Questa è la base di partenza per ogni creazione di alta gioielleria. La purezza di un gioiello in oro viene misurata in carati o in millesimi. Il sistema dei carati suddivide la lega in 24 parti:
  • 24 carati – è l'oro puro al 99,9%, troppo tenero per la maggior parte dei gioielli;
  • 18 carati – è la lega più diffusa e apprezzata in gioielleria. Significa che, su 24 parti, 18 sono di oro puro e 6 sono di altri metalli. Corrisponde a una purezza del 75% e viene indicato con il titolo di 750 (750 parti di oro su 1000);
  • 14 carati – molto comune in alcuni Paesi del mondo, questa lega contiene 14 parti di oro e 10 di altri metalli. Ha una purezza del 58,5% e il suo titolo è 585;
  • 9 carati – popolare nel Regno Unito, contiene 9 parti di oro e 15 di altri metalli, per una purezza del 37,5% (titolo 375). È più resistente, ma ha un colore meno intenso e un valore inferiore.

Le sfumature dell'oro

I metalli aggiunti all'oro puro ne aumentano la resistenza e ne definiscono anche il colore finale, con tantissime possibilità che vanno oltre il classico giallo. Per esempio, per creare l'oro bianco, elegante e moderno, l'oro viene legato con metalli bianchi, come il manganese, il palladio o lo zinco. Per ottenere la finitura brillante e perfettamente bianca, i gioielli vengono quasi sempre sottoposti a un processo di rodiatura. Il colore romantico dell'oro rosa è dovuto a una maggiore percentuale di rame nella lega, in grado di conferire le tipiche note rossastre.

Il punzone per assicurare l'autenticità

Come può un acquirente essere certo della purezza dell'oro che sta acquistando? La risposta è nel punzone, un piccolo marchio impresso sul gioiello che ne costituisce la vera e propria carta d'identità. In gran parte del mondo la legge obbliga i produttori a marchiare ogni oggetto in metallo prezioso. I punzoni da cercare sono due:
  • il titolo della lega – è un numero che indica la quantità di oro in millesimi. Generalmente è inserito all'interno di una losanga. Ad esempio, 750 per l'oro 18 carati, 585 per il 14 carati. Questo marchio garantisce la purezza del metallo;
  • il marchio di identificazione del produttore – è un poligono che contiene una stella, un numero che identifica univocamente l'azienda orafa e la sigla della provincia in cui l'azienda ha sede. In questo modo, si garantiscono la tracciabilità e la responsabilità del fabbricante.
Il controllo della presenza di questi due marchi è il primo e più importante passo per verificare l'autenticità di un gioiello. Di solito si trovano in punti nascosti, come l'interno di un anello o la parte vicina alla chiusura di una collana.
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