Per mastoplastica additiva s’intende l’aumento di volume del seno femminile, eseguito nel campo della chirurgia estetica, mediante l’introduzione di una protesi che ne riprende la forma naturale.
L’intervento di mastoplastica additiva, essendo un’operazione ad esclusivo scopo estetico, non è coperta dall’assistenza sanitaria nazionale, a meno che non si tratti di una ricostruzione mammaria post-mastectomia (asportazione della mammella), di solito effettuata per rimuovere una formazione neoplastica (tumore).
Come si esegue la mastoplastica additiva
Scelte le protesi, anatomiche (a goccia) o rotonde, l’intervento viene eseguito in anestesia totale, previe analisi pre-operatorie e, in certi casi, anche mammografia; richiede un ricovero di 24 ore e per questo va effettuato in cliniche o strutture ospedaliere attrezzate.
L’operazione di mastoplastica additiva si effettua eseguendo un’incisione in corrispondenza del solco mammario, zona d’elezione per nascondere le cicatrici, ma in alcuni casi la protesi può essere inserita attraverso un taglio attorno al capezzolo, oppure in corrispondenza dell’incavo ascellare.
Quando il chirurgo inserisce la protesi, a seconda della struttura mammaria della paziente e delle dimensioni originali del seno, essa può essere inserita in sede:
- sottoghiandolare (tra ghiandola mammaria e muscolo pettorale);
- sottomuscolare (sotto la fascia del muscolo pettorale).
La tecnica sottomuscolare, comporta maggiore algia post-operatoria ma in alcune situazione si rende una scelta necessaria. Questa tecnica, benché meno preferita dai chirurghi, ha il vantaggio di ridurre il rischio di rigetto della protesi e di evitare che una cute molto sottile lasci intravedere l’apposizione della protesi alla mammella, risultato ovviamente antiestetico, ma di contro ha lo svantaggio di comportare una convalescenza ed una ripresa più lenta e dolorosa.
La tecnica sottoghiandolare, invece, presenta il vantaggio per il chirurgo di manipolare meglio l’introduzione della protesi, garantendo un risultato finale molto naturale e determinando una ripresa più celere della paziente, ma comporta un maggior rischio di rigetto e di esposizione visiva della protesi, per l’assottigliamento cutaneo che si può verificare negli anni.
Le eventuali complicanze di una mastoplastica additiva
Come ogni intervento chirurgico anche la mastoplastica additiva può presentare inconvenienti o complicazioni, sia intraoperatorie che postoperatorie.
Le potenziali complicazioni intraoperatorie sono le tipiche di ogni intervento e comunque molto rare perché un paziente sottoposto ad un intervento estetico è necessariamente in buona salute, oltre che essere strettamente monitorato da personale specializzato; le complicanze post-operatorie, invece, riguardano la possibile cattiva cicatrizzazione, dolori, rottura o spostamento della protesi, ematomi, infezioni e contrattura capsulare.
I vantaggi della mastoplastica additiva
Accanto alle potenziali complicazioni, vi è però una stragrande maggioranza di donne che richiedono l’intervento, nonostante il confine tra soddisfazione ed insoddisfazione sia molto sottile.
In genere un intervento di mastoplastica additiva è consigliato in condizioni di seno cadente, di seno svuotato, di seni piccoli o di asimmetria.
Essa riveste un ruolo psicologico molto importante perché il seno, per molte donne, identifica la propria femminilità ed è quindi fondamentale assicurare il risultato migliore alla propria paziente.
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